Buon viaggio Antonino!

Il 30 marzo, all’alba, il caro Antonino, socio fondatore della nostra Associazione CEPEI, “se ne è andato”.
A me piace pensare che si è solo “trasferito” in quella dimensione che trascende il controllo dell’Io e infrange le difese dell’abitudine per continuare a germogliare nel Mistero che ci avvolge.
Antonino era affascinato dal mistero della vita e amava il mondo dei simboli e la sua magia.
Ben gli s’addice quanto scrive Domenico Chianese in “Il vivente e il sacro” (Astrolabio-Ubaldini 2020): “Da quel mondo antico di Apollo e Dioniso, del Labirinto, degli dei e degli oracoli, delle divinazioni (Antonino ha) ereditato il senso dell’enigma che attraversa la nostra vita, l’analisi e i nostri sogni” (pag.213).
Quando gli portavi un sogno era un piacere ascoltare la lettura che ne faceva e, soprattutto, era gradevole cogliere il suo sorriso alla domanda: “Ma come fai a cogliere tutti questi riferimenti?”
Nel 2014 Antonino, sapendo del mio interesse per i simboli dei Tarocchi, mi ha donato un libro che parlava dell’interpretazione junghiana dei ventidue Arcani.
Tra questi, l’Arcano VIIII, l’EREMITA, lo rappresenta integralmente: “L’Eremita conclude attivamente il suo rapporto con l’antico mondo e diventa ricettivo verso un futuro che non domina ancora e non conosce. L’Eremita rappresenta un passo verso l’ignoto … la lanterna che tiene in mano potrebbe essere considerata come un simbolo della Conoscenza.
La solleva, illuminando il passato come un uomo pieno di esperienza, un saggio o un terapeuta … L’Eremita illumina il cammino o forse con quella lanterna segnala se stesso alla divinità, come per dire: “Ho compiuto la mia missione, eccomi qui, guardatemi”… è un personaggio tutto coperto di tessuti … vi si possono vedere gli “strati” del vissuto. Così come le numerose linee che ombreggiano i suoi abiti possono essere interpretati come il segno della sua grande esperienza … sulla fronte, invece, tre rughe rinnovano il messaggio di attività mentale … il guanto azzurro conferisce alle sue decisioni, alle azioni e al suo andare una profonda spiritualità … il mantello blu è il segno della sua umiltà e il verde è il colore dell’eternità …”. (A. Jodorowski, La via dei tarocchi, Feltrinelli, 2004, pg.187-188).

Antonino: maestro, guida, terapeuta e grande archetipo paterno che sa rivolgersi a quella parte di noi più profonda per incitarci a vivere la vita con coraggio e con la certezza di non essere soli ma sempre in relazione con la natura, gli altri e Dio per crescere in una evoluzione progressiva, come scrive il poeta e mistico sufi Jalaluddìn Rumi:
Morii come minerale e diventai pianta,
Morii come pianta e divenni un animale,
Morii come animale e fui uomo.
Che dovrei temere?
Quando mai fui sminuito dalla morte?
Ancora una volta morirò come uomo
Per librarmi
Benedetto fra gli angeli;
Ma anche oltre gli angeli io debbo passare:
tutto perisce all’infuori di Dio.”
Antonino ci ha insegnato che siamo in “divenire”, che ci troviamo a vivere un processo evolutivo che dobbiamo imparare a riconoscere, fare nostro e realizzare come in una danza gioiosa:
“Ogni incontro umano – e nella fattispecie l’incontro analitico – diventa un momento ritmato, una danza trasformativa giocata sia in senso orizzontale di allargamento verso nuove coscienze e nuove conoscenze, sia in senso verticale verso il raggiungimento del Sé universale”. (Antonino durante il discorso introduttivo alla presentazione pubblica dell’Associazione, settembre 1998).
Giuseppe Fojeni
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