È sorprendente constatare la modernità del mazzo dei Tarocchi in merito all’importanza dell’elemento femminile, in un’epoca come la nostra in cui il ruolo della donna soffre di una visione ancora troppo maschilista della società. Nei Tarocchi, una creazione del XV secolo, la figura della donna non solo è valorizzata, ma pare a tratti prevalere sull’universo maschile: all’Imperatore si affianca un’Imperatrice, accanto al Papa troviamo una Papessa (immaginiamo quanto ciò potesse essere dirompente nella visione ecclesiastica medievale!) e, nell’ultimo Tarocco, il più potente (il “Mondo”), troviamo una figura femminile “in maestà” al posto di Cristo.
Il conflitto tra uomo e donna, secondo una prospettiva junghiana, deriva da un mancato riconoscimento da parte dell’uomo della propria componente femminile, o dall’incapacità di stabilire con essa una relazione fruttuosa. La componente femminile presente all’interno dell’uomo viene definita da Jung “Anima”. Immagini di Anima si manifestano soprattutto nei sogni, sottoforma di personaggi femminili, o vivono proiettate su donne in carne ed ossa durante la vita quotidiana.
Nel suo trattato “Animus e Anima”, Emma Jung propone un’efficace sistematizzazione delle varie immagini connesse all’archetipo dell’Anima secondo l’approccio junghiano. Si evidenziano in particolare quattro figure esemplificative di Anima, corrispondenti a differenti livelli evolutivi del femminile nella psicologia maschile:
- Eva – L’Anima come energia femminile primigenia, connessa all’istintualità e alle pulsioni materiali, un elemento ctonio che avvinghia l’uomo e lo tiene ancorato al soddisfacimento dei bisogni primari.
- Elena di Troia – Un’Anima con forti connotazioni pulsionali ed istintive ma in grado di sollecitare l’uomo ad intraprendere un’azione nel mondo; vedi ad esempio il mitologema dell’Eroe che compie un’impresa per liberare o salvare una donna.
- Maria – La Vergine Maria è l’immagine archetipica di Anima spiritualmente evoluta ma con residui di tracce di sensorialità: Maria dà origine a Cristo ma è sempre una donna in carne ed ossa.
- Sophia – E’ la versione spiritualmente più evoluta dell’Anima, in cui viene trasceso ogni aspetto carnale: è la Sapienza, la saggezza divina e sposa di Cristo.
E’ possibile individuare queste quattro differenti manifestazioni di Anima nelle immagini dei Tarocchi. Vediamole una per una.
Eva come “Forza”
La donna della Forza dei Tarocchi è fortemente ancorata alla terra e al mondo delle pulsioni, rappresentate dal leone. Siamo nel mondo della sensorialità e dell’Anima come Madre o Mater-Natura.
La Forza esprime il legame privilegiato della donna con la Natura. A differenza di altri Tarocchi, in cui l’uomo pare scollegato dalle forze della Natura (pensiamo al Matto, che dà le spalle ad un animale che lo insegue e lo aggredisce, o al Carro, dove il cavaliere non tiene le redini dei due cavalli), la donna della Forza tocca il Leone, fondendosi quasi con esso: è l’elemento femminile come “Eros”, o principio di relazione.
Il leone, come creatura divorante, può rappresentare i pericoli dell’inconscio quando esso viene ignorato, così come il trascurare la propria natura istintuale (o al limite quando la si alimenta troppo?). L’Anima in questa veste funge esattamente da messaggera, da intermediario tra l’uomo e l’inconscio.
Elena di Troia come “Imperatrice”
L’Imperatrice è il Tarocco numero tre, un numero attivo, che esprime dinamismo e cambiamento. Alla funzione sensoriale espressa della Forza si aggiunge il pensiero, come volontà direzionata verso un obiettivo (lo scettro).
La funzione del pensiero legata alla figura di Anima-Imperatrice si evidenzia nel simbolo dell’aquila. In quanto animale dotato di ali, l’aquila è associabile ai pensieri, che sono alati e possono sfidare i limiti terreni della forza di gravità, elevandosi fino al sole. La stessa Imperatrice, in questa raffigurazione, sembra alata.
L’Imperatrice è l’Anima proiettata in una donna volitiva, risoluta, in grado di affascinare l’uomo e spingerlo alle imprese più temerarie pur di conquistarla.
Maria come “Papessa”
La Papessa è una Sacerdotessa, custode del fuoco sacro, spiritualmente elevata ma pur sempre donna inserita in un contesto sociale a capo di una comunità di seguaci (in quanto “Papessa”). È la funzione del Sentimento che travalica i limiti del Pensiero; la donna come “coppa” che raccoglie il seme divino, come amore incondizionato e non carnale.
La Papessa, come Maria, è custode di un mistero divino, che pare iscritto nel libro che tiene tra le mani, oppure celato dietro il velo alle sue spalle. È pesantemente vestita, come a nascondere la propria natura terrena, dopo aver superato gli ardori istintuali di Eva-Forza e le ambizioni di seduzione e dominio sul mondo di Elena-Imperatrice. L’Anima-Papessa-Maria ora si è ritirata dalla quotidianità e pare in stato di auto-incubazione (il “Tapas” dell’Induismo): in alcune versioni di questo Tarocco, accanto alla Papessa viene raffigurato un uovo, il chè è correttissimo dal punto di vista simbolico in quanto generatrice dell’Uovo Cosmico.
Nel lavoro pratico di interpretazione dei sogni possiamo ritrovare l’Anima in versione “Papessa” nell’archetipo della madre soccorrevole.
La “donna” del Mondo come Sophia
Elevata al rango di Dea nell’ultimo Tarocco (il più potente del mazzo), troviamo al posto di Cristo una creatura femminile nella tradizionale rappresentazione “in maestà”. E’ il superamento dei limiti terreni, o meglio, una perfetta fusione tra le sfere del materiale e dello spirituale: la “Sapienza” come recupero della scintilla divina intrappolata nella materia.
L’uovo della Papessa si è dischiuso ed è ora la mandorla, l’utero o “Vesica piscis” che avvolge la donna del Mondo. È la quintessenza, o funzione trasversale che germoglia dalla perfetta armonia tra le quattro funzioni psicologiche:
– l’Angelo come Sentimento;
– l’Aquila come Pensiero;
– il Bue come Sensazione;
– il Leone come Intuizione.
Sophia, come creatura femminile al centro del Mondo (o “Anima Mundi”), è lo stadio più elevato di Anima, avendo integrato e superato tutti i precedenti stadi. È un’immagine di Anima difficilmente riscontrabile nel lavoro pratico con i sogni; consideriamola come ideale, come equilibrio cui l’uomo dovrebbe tendere.
In conclusione, lo sviluppo completo della psiche maschile può avvenire solo stabilendo una relazione armoniosa con la propria Anima. Ciò significa confrontarsi con le differenti sfumature del femminile, integrandole nella propria coscienza. Imparando a conoscere il linguaggio dei Tarocchi, l’uomo può ampliare la propria personalità:
– apprendendo dalla Forza come stabilire un contatto più naturale e diretto con il mondo degli istinti, senza esserne divorato;
– volando alto come l’Imperatrice e dando sfogo senza limiti al proprio potere creativo;
– coltivando la propria sensibilità e nutrendo la sfera sentimentale, nel fertile isolamento della Papessa;
– inseguendo la conoscenza di Sophia: trovando un perfetto equilibrio tra energia maschile e femminile (relazione destra vs. sinistra) e tra energia spirituale e materiale (relazione alto vs. basso).
Massimiliano Colosimo
Mi sembra una chiave di lettura molto fruttuosa, soprattutto nella parte finale ,dove vengono dati ottimi suggerimenti che possono aiutare noi maschi a ritrovare la nostra Anima.
Grazie per queste riflessioni.