Pinocchio: un cammino di individuazione

Grazie ad un’amica ho conosciuto un Maestro della Scienza dello Spirito di Rudolf Steiner: Marcello Carosi (1919-2001), medico e neuropsichiatra, autore di un libro, bello e profondo, intitolato “Pinocchio. Un Messaggio Iniziatico” (Ed. Mediterranee, 2001).

Ho così riletto “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi come un’immagine della storia di ogni essere umano.

L’avventura di Pinocchio come l’avventura di ognuno di noi.

Le riflessioni di Marcello Carosi mi hanno rafforzato in questa convinzione: “È la storia di un burattino che diventa uomo. È, quindi, la narrazione delle vicissitudini di un essere che effettua un percorso di evoluzione, di perfezionamento”. (Carosi, pg 15)

Come non leggere in questo racconto un processo di Individuazione?

Pinocchio,attraverso tutte le sue avventure, “nasce ad una vita superiore” (Carosi, pg 209).

Per riuscire in questa impresa,deve affrontare le sue Ombre (il Gatto e la Volpe, Lucignolo…), incontrare la sua Anima (la Fata dai capelli turchini), fare i conti con la realtà della vita faticando e operando delle scelte.

Pinocchio ci ricorda che l’uomo è corpo, psiche e spirito e che per diventare tale deve faticare.

“Il fatto di credere che senza un lavoro, senza un sacrificio, senza una prestazione volontaria e sofferta si possa riuscire a perfezionarsi e a progredire, è la più grande delle menzogne” (Carosi, pg 68).

La storia di Pinocchio è iniziazione alla vita, all’amore, alle relazioni vere: essa passa attraverso una processualità esistenziale, corrispondente al “proponimento di cambiare vita. La risposta può essere ritrovata solo nella rivelazione dell’autocoscienza, quella superiore, che non risiede nell’Io ordinario, ma si consegue attraverso l’evoluzione, l’iniziazione: il “conosci te stesso” delle “Scuole dei Misteri”. L’autocoscienza vera, superiore, vive fuori, nel cosmo, è onnicomprensiva e può essere vissuta non certo come esperienza limitata alla persona, ma come esperienza a livello di “rappresentante dell’umanità”.(Carosi, pg 96).

Come non pensare al fenomeno dell’entanglement, scoperto dalla fisica quantistica: “fenomeno che si propaga in maniera “auto-simile” dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, passando attraverso il mondo biologico, l’uomo e la società: entanglement, ovvero: “intreccio”. Queste incredibili costanti che uniscono il mondo microscopico a quello macroscopico sembrano avere un loro corrispettivo nel mondo psichico e nelle sue sconcertanti manifestazioni”. (Teodorani, pg 159).

Quanti animali ed elementi naturali accompagnano Pinocchio a ritrovare la strada dell’evoluzione: il grillo parlante, la lucciola, la lumaca, il cane Alidoro, il colombo, la capra, il delfino, il pappagallo, il tonno… tutte creature della natura che ”aspettano dall’uomo la possibilità di svolgere anch’essi la loro evoluzione: dipende dall’evoluzione dell’uomo l’evoluzione degli esseri inferiori” (Carosi, pg 191).

Sono anche parti positive del suo Sé (in senso junghiano) che lo stimolano ad andare avanti nell’evoluzione della sua coscienza.

Tutta la realtà partecipa all’iniziazione di Pinocchio alla vita, perché in lui c’è sempre, nonostante gli errori e le disgrazie, un’intenzionalità che non viene mai meno: voglio diventare un bambino!

Questo desiderio, mai sopito né abbandonato, è il carburante della trasformazione e dell’evoluzione di Pinocchio.

Trasformazione che non si conclude mai, come ci ricorda Collodi a conclusione del suo racconto: “Com’ero buffo, quand’ero un burattino! E come son contento di essere diventato un ragazzino perbene! …”

I tre puntini di sospensione, dopo le ultime parole ci dicono che il cammino prosegue, che non c’è fine all’evoluzione della coscienza.

“Cominciano le nuove avventure di Pinocchio … Riportare insieme gli Io separati degli uomini; amore e concordia come libero dono di un Io ad un altro Io. E portatore dell’amore può essere solo l’Io indipendente; e l’Io è indipendente quando ha superato la fase del burattino” (Carosi, pg 209).

L’ultimo capitolo del libro è una sequenza di compensazioni a tutte le azioni negative compiute da Pinocchio che, presa coscienza del male fatto a se stesso e agli altri, chiede ed ottiene il perdono lavorando sodo per guarire Geppetto e la Fata (il suo maschile e femminile?!?) e compiendo gesti di puro amore.

L’amore agito da Pinocchio, che rinuncia ai quaranta soldi messi da parte per acquistare un vestito nuovo, per darli alla Lumaca perché la Fata ammalata possa guarire, compiono miracoli: “la Lumaca, contro il suo costume, cominciò a correre come una lucertola nei grandi solleoni d’agosto”.

L’ Amore come grande energia che trasforma e vivifica l’essere umano aprendolo alla dimensione relazionale .

Le avventure di Pinocchio suscitano domande esistenziali, raccontano legami universali che si intrecciano all’avventura di un essere particolare; sanno evidenziare dinamiche psichiche significative e nascondere, nel contempo, messaggi simbolici profondi che risvegliano nel lettore il desiderio di ritrovare se stesso.

Nel suo cammino ,Pinocchio vive anche l’esperienza archetipale: incontra il fuoco (nella casa di Geppetto si brucia i piedi appoggiati sopra “un caldano pieno di brace accesa” e rischia due volte di essere bruciato, prima da Mangiafuoco e successivamente dal pescatore verde; attraversa l’aria in groppa al colombo, nuovo Pegaso: “il colombo prese l’aire e in pochi minuti arrivò col volo tanto in alto,che toccava quasi le nuvole…volarono tutto il giorno”; nell’acqua Pinocchio ci va diverse volte fino all’esperienza, anch’essa archetipica, di essere ingoiato dal pesce-cane come il profeta Giona di biblica memoria; sulla terra egli vive tutte le sue avventure fino addirittura ad entrarci dentro, dopo l’incontro con un altro archetipo rappresentato dal serpente : “il burattino,nel tirarsi indietro spaventato, inciampò e cadde per terra. E per l’appunto cadde così male, che restò col capo conficcato nel fango della strada e con le gambe ritte su in aria”.Gli archetipi “sono come cornici vuote entro cui le entità spirituali tessono le nuove creazioni e le nuove creature” (Carosi, pg 206).

Tutte queste esperienze sono inviti continui a non fermarsi allo stadio vegetativo o a quello animale dell’esistenza, ma a diventare, come Pinocchio, “anthropos”, colui che riguarda le altezze, colui che ricerca la sua origine nelle altezze, colui che trova i suoi fondamenti soltanto nelle altezze della vita. E questo lo può fare soltanto unendo alla conoscenza l’amore”. (Carosi, pg 210).

La trasformazione finale di Pinocchio da burattino a bambino avviene durante un sogno quand’era mezzanotte suonata : “Poi andò a letto e si addormentò. E nel dormire,gli parve di vedere in sogno la Fata, tutta bella e sorridente, la quale, dopo avergli dato un bacio, gli disse così: “Bravo Pinocchio! In grazia del tuo buon cuore, io ti perdono tutte le monellerie che hai fatto fino ad oggi… metti giudizio per l’avvenire, e sarai felice”. A questo punto il sogno finì, e Pinocchio si svegliò con tanto di occhi spalancati. Ora immaginatevi voi quale fu la sua meraviglia quando, svegliandosi, si accorse che non era più un burattino di legno: ma che era diventato, invece, un ragazzo come tutti gli altri”.

Il sogno, come già scriveva Freud, strada regia per entrare nelle nostre profondità ontologiche e veicolo di cura per ritrovare la salute indispensabile per intraprendere il nostro cammino di vita.

Sicuramente Carlo Lorenzini (Collodi) è stato ispirato nello scrivere la storia di Pinocchio, che resta, insieme ad altri testi, un’ottima traccia per la crescita completa dell’essere umano.

Voglio concludere con le parole di Carosi:

“Oggi è importante comprendere veramente che l’uomo deve “divenire”, che non può credere di essere già qualcuno e qualcosa, ma sapere che si trova sempre a vivere un processo evolutivo, che deve riconoscere, sentire e realizzare … possiamo ritrovare nell’opera poetica di un “sufi”, Jalaluddin Rumi, fondatore della scuola dei Dervisci,la descrizione del cammino evolutivo dell’uomo,che riconfronta, convalidandolo, con quello effettuato da Pinocchio:

Morii come minerale e diventai pianta,

Morii come pianta e divenni un animale,

Morii come animale e fui uomo.

Che dovrei temere?

Quando mai fui sminuito dalla morte?

Ancora una volta morirò come uomo

Per librarmi

Benedetto fra gli angeli;

Ma anche oltre gli angeli Io debbo passare:

tutto perisce all’infuori di Dio.” (Carosi, pg 209)

“Ora dipende da te”, dice la Fata a Pinocchio.

Ora dipende da ciascuno di noi vivere la nostra avventura di uomini.

Giuseppe Fojeni


bibliografia

  • Carosi, M. (2001) Pinocchio. Un messaggio iniziatico, Ed. Mediterranee, Roma.
  • Teodorani, M. (2014) Entanglement, Macro, Cesena.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.