Per individuazione intendiamo quel processo che porta a divenire noi stessi nel continuo raggiungimento del Sé.
Come sappiamo il Sé esprime le nostre possibilità e il nostro disegno di vita e come istanza proviene dall’inconscio, inconscio che è il cumulo delle nostre esperienze vissute (inconscio personale) e delle esperienze del genere umano (inconscio collettivo).
In questo lavoro i dati dell’inconscio si incontrano e cooperano con le forze dell’Io (funzione trascendente). Questo processo per assumere la propria soggettività deve esser vissuto ma soprattutto compreso. E’ proprio con l’atto della comprensione che viene umanizzato. L’umanizzazione nasce dal confronto fra l’inconscio personale e l’inconscio collettivo, confronto che avviene tramite l’ausilio dell’Io ossia alla luce della coscienza.
In questa operazione alcuni contenuti dell’inconscio, a prescindere se personale o collettivo, vengono riconosciuti dall’Io e da esso accolti (integrazione di contenuti inconsci).
A questo punto l’Io non può non riconoscere che contenuti inconsci sono venuti a fare parte della sua costituzione. Con tale riconoscimento l’Io viene ad avere la consapevolezza che ora è costituito anche da contenuti ad esso preesistenti. Ciò lo porta in tal modo a dovere sacrificare la sua unilateralità, ma è proprio tale sacrificio che apre l’accesso ad una nuova individualità più allargata e più approfondita: inizia qui il processo di individuazione, in cui il ricongiungimento conscio-inconscio conduce al palesamento del Sé alla coscienza.
Con l’atto di riconoscimento il Sé diviene Sé consapevole (Conscienzializzazione).
I contenuti inconsci provengono specie dall’inconscio collettivo, che appartiene all’umanità e alla natura.
Anche l’inconscio tende a realizzarsi ma questo è possibile solo tramite il singolo individuo, tramite la sua coscienza, tramite i suoi atti di consapevolizzazione: così può esserci crescita ma ricordiamoci che tale operazione non può prescindere dalla collettività ossia deve avvenire in un contesto di partecipazione collettiva.
La coscienza è la consapevolezza riflessiva dei propri stati ed attività mentali.
La coscienza nasce e si muove nel campo dell’Io, sebbene sia per Freud che per Jung la coscienza non è l’Io ma a questo appartiene.
La coscienza permette poi all’Io di sapere di sé stesso e di riconoscersi come essere pensante.
Nel processo individuativo si ha una continua consapevolezza di ciò che accade e questo porta ad una crescita e ad uno spostamento proprio della coscienza, che inizialmente centrata sull’Io, viene poi ad essere centrata sulla totalità della persona ossia sul Sé, non solo sul Sé personale ma sul Sé universale.
Nel processo individuativo dobbiamo tenere anche conto degli “aspetti ombra” dell’individuo. Sottolineiamo a tale proposito l’apporto che ci viene dato di volta in volta dalla coscienza, in quanto essa ci aiuta a conoscere meglio tali aspetti, mettendoci in grado di difenderci e di affrontarli nell’intento di superarli.
Antonino Messina